Donald Trump ha citato in giudizio Facebook, Twitter e Youtube per violazione della libertà di espressione a seguito della chiusura dei suoi account su queste piattaforme dopo l’incidente del 6 gennaio scorso. Nella causa sono anche coinvolti individualmente Mark Zuckerberg (amministratore delegato di Facebook), Sundar Pichai (amministratore delegato di Google) e Jack Dorsey (amministratore delegato di Twitter).
La causa è stata presentata in Florida presso il distretto meridionale dello stato e vede coinvolto anche l’America First Policy Institute, un’organizzazione senza fini di lucro formata di recente da ex-componenti dell’amministrazione Trump.
Trattandosi di una class action, vale a dire una causa collettiva, altre persone e altre aziende possono aggiungersi e condividere i benefici del risultato. Ce ne sono già diverse, ma hanno anche allestito un sito web per raccogliere donazioni e i nomi di chi è ha interesse a unirsi.
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Fonte: mazzoninews