L’Avvocato Lillo Massimiliano Musso ci illustra come contrastare questi criminali che vogliono decimare la popolazione.
Art. del corriere.it
Nuovi contagi e focolai, le ordinanze dei governatori: alberghi sanitari, zone rosse e Tso
Timori per i contagi di chi torna dall’estero. Zaia: potenziare i controlli alle frontiere. Speranza: provvedimenti più severi
Ordinanze, denunce, ipotesi di nuove «zone rosse» sia pur limitate: i governatori corrono ai ripari per fermare l’emergenza legata ai nuovi focolai. E al governo chiedono di potenziare i controlli alle frontiere. Perché gli ultimi casi di contagio sono provocati soprattutto da chi proviene dall’estero, stranieri o italiani che varcano i confini per motivi di lavoro e al ritorno non rispettano l’obbligo di quarantena. Sono una ventina i focolai che provocano allarme, senza contromisure il loro numero potrebbe crescere velocemente.
La nuova emergenza
Dunque si interviene con i poteri che l’ultimo Dpcm firmato l’11 giugno scorso dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha assegnato nuovamente alle Regioni. Imponendo di poter allentare o stringere le misure proprio seguendo l’andamento della curva epidemiologica. Se domani il presidente del Veneto Luca Zaia firmerà un provvedimento per obbligare chi è positivo a rimanere in isolamento non escludendo la possibilità del Tso — il trattamento sanitario obbligatorio che impone il ricovero ai malati più gravi — quello della ToscanaEnrico Rossiha già provveduto. E ha previsto il trasferimento negli «alberghi sanitari» di quegli stranieri che vivono con molte persone e possono trasmettere il coronavirus a familiari e amici. «Oltre la metà di nuovi casi — chiarisce — sono concentrati su gruppi di persone immigrate da Paesi non Schengen e soprattutto originarie dall’Estremo Oriente e dall’America Latina dove il Covid 19 è molto aggressivo».
Farnesina e Asl
Le norme in vigore impongono due settimane di quarantena per chi arriva in Italia da svariati Paesi, ma concedono cinque giorni di tempo senza alcun obbligo a chi lo fa per motivi di lavoro. «La sensazione è che si siano allentati i controlli. È un tema nazionale da affrontare e chiarire», denuncia Rossi sottolineando come «i dipartimenti della prevenzione rilevano una difficoltà a far effettuare e controllare la quarantena». La Farnesina chiarisce che «le verifiche devono essere fatte sul territorio» e così sono moltissime le persone che sfuggono al monitoraggio.
Fonte: Corriere.it
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